PROGETTISTI: DELISABATINI architetti
ANNO: 2006
DESCRIZIONE: Maison
LOCATION: ROMA
COMMITTENTE: privato
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A Roma, in una palazzina degli anni ’50, un’abitazione degradata è stata oggetto di questo intervento che ne ha mutato radicalmente la struttura originaria, pur conservando, come memoria totalmente reinterpretata, alcuni segni e tracciati preesistenti.
La concezione spaziale della casa originaria, è quella consueta alla maggioranza delle abitazioni, un accostamento di stanze chiuse rigidamente separate.
L’intervento, concepito secondo una logica spaziale opposta a quella che ha governato l’abitazione originaria, predilige invece, una spazialità nella quale dominano continuità e sfondamenti percettivi, e nella quale l’interesse è posto sulla alterazione della percezione sensoriale dello spazio.
Il progetto è basato infatti sulla percezione, o meglio sulla alterazione della percezione, ottenuta operando con i consueti mezzi materici dell’architettura, scardinando la concezione di casa chiusa in stanze rigidamente separate.
La primitiva vista dell’ingresso, sul quale si aprivano dichiaratamente tutte le porte della casa, è stata sostituita da quella di uno spazio continuo ma non svelato nella sua interezza, mutevole, che si lascia attraversare dallo sguardo ma che richiede tuttavia di essere scoperto; dominato da un oggetto, un volume solido, un nocciolo attorno al quale ruota e si riorganizza lo spazio, questo solido apparentemente chiuso, si scopre poi essere setto murario aperto e superficie modellata nel suo accogliere l’ambito della cucina.
La negazione della concezione spaziale per stanze accostate, è ribadita dai materiali diversi delle pavimentazioni che continuamente si dilatano invadendo ambiti vicini, contaminandosi a vicenda, e soprattutto non coincidendo sempre e rigidamente con gli elementi murari, con i quali spesso intrattengono un rapporto basato su reciproci slittamenti e invasioni di campo.
Allo stesso modo, anche la lastra sospesa del controsoffitto, in corrispondenza della zona di ingresso, produce una compressione spaziale, agisce sulle altezze e sulla dilatazione dello spazio, avvolgendo il nocciolo centrale, si affaccia e invade vistosamente il soggiorno e la zona notte.
Le strutture, o meglio alcuni elementi strutturali come le travi, prima inglobate e celate entro tramezzature, liberate, evidenziate, assumono una connotazione figurativa, come nel segno continuo generato dalla trave e dal pilastro che si fondono in un unico elemento plastico divenendo la testata scultorea in muratura del letto.
In questa logica, le porte tradizionali lasciano il posto a pannelli scorrevoli e a bilico, a tutta altezza, che non alterano la continuità spaziale ma bene si integrano con questa.
I materiali sono il bianco astratto delle murature e i colori delle pietre delle pavimentazioni, il travertino e la pietra serena, il legno scuro del wengè del pavimento e di parte degli arredi, il colore caldo del ciliegio dei pannelli mobili.