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PROGETTISTI: DELISABATINI architetti 
ANNO: 2017-2018
DESCRIZIONE: Casa della Signora
LOCATION: ROMA
COMMITTENTE: privato


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PUBBLICAZIONI:


A Roma, in un tranquillo complesso edilizio degli anni 70 immerso nel verde, una abitazione di circa 160mq è stata oggetto di un intervento di totale ripensamento dello spazio. 
L’originaria concezione, estremamente rigida e bloccata, frazionata in un insieme di tanti ambienti accostati, è stata sostituita da una nuova concezione spaziale che predilige la massima continuità e gli sfondamenti percettivi. 
L’intervento ha previsto lo svuotamento totale dell’abitazione originaria con tutte le sue partizioni interne, liberando l’involucro. 
Il nuovo spazio è continuo e libero, ridisegnato secondo una composizione aperta dove pochi e riconoscibili elementi architettonici ridisegnano lo spazio intrattenendo tra loro colloqui visivi: i volumi, i setti, il legno.
Tutti questi elementi sono trattati concettualmente come volumi, tridimensionali, sparisce la logica del tramezzo e della porta tradizionali che agiscono in ambito quasi bidimensionale.
Questi elementi architettonici, funzionalmente, formalmente e matericamente distinti, concentrano e addensano in loro tutta la dotazione degli spazi di servizio dell’abitazione. 
I due volumi, solidi e materici, addensano la materia ruvida, sono presenze litiche grigie che celano e contengono i bagni e i ripostigli; sono solidi poli e capisaldi della composizione, chiusi, sordi, rimandano al medesimo volume materico dell’isola coricato a terra nel soggiorno.
I due setti murari, plastici e astratti, elementi lineari dotati di consistenza volumica, sono scavati in librerie e contengono nel loro spessore gli armadi; agiscono come secondi elementi della composizione organizzando lo spazio, e riconoscendosi tra loro con le loro uguali testate plastiche. 
Il legno è infine l’elemento multiforme che completa la composizione; ha funzione divisoria o connettiva, apre e chiude spazi e visuali, si conforma in oggetto funzionale, scrittoio, armadio, porte a bilico, partizione interna, ammorsandosi nei piani murari della libreria; la vena marcata del legno di noce si muove secondo fasce dall’andamento orizzontale che accelerano la visuale; il suo forte valore e impatto plastico/decorativo connota la casa insieme agli altri due elementi.
In questa logica i corridoi sono definitivamente aboliti, gli spazi delle funzioni maggiori sono tutti tra loro connessi e percettivamente disimpegnati, più o meno appartati secondo la funzione; solo agili pannelli di legno rotanti a bilico e a tutta altezza possono, all’occorrenza, separare i diversi ambiti; i servizi sono invece esterni a questa logica, tutti interni ai volumi, ben chiusi in blocchi solidi e sordi che ne contengono l’intima funzione.
Il visitatore, come lo spazio e la luce, fluisce senza ostacoli tra gli elementi che intrattengono tra loro continui rimandi, di geometrie come di materiali; lo spazio si svela in mutevoli e inconsueti scorci visivi che si insinuano tra strettoie e si distendono poi in spazi dilatati;  
I materiali sono gli astratti bianchi delle murature e i materici rivestimenti dei volumi, il legno delle pavimentazioni e quello venato dell’elemento multiforme in legno.
La luce artificiale, integrata al disegno architettonico, segue ed evidenzia dall’alto i volumi materici, mentre si posa sulla sommità dei setti delle librerie.