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PROGETTISTI: DELISABATINI architetti 
ANNO: 2006
DESCRIZIONE: Casa del Filosofo
LOCATION: ROMA
COMMITTENTE: privato


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PUBBLICAZIONI:


Un piccolo attico romano dei primi del novecento, è stato oggetto di questo intervento di radicale trasformazione che ha consentito di adeguare alle esigenze di una famiglia gli spazi compressi e insufficienti della casa originaria, bloccata nella consueta logica della rigida suddivisione in stanze accostate. 
La presenza di un terrazzo e di un piccolo locale al piano superiore, una sorta di torretta da annettere e rendere accessibile dall’abitazione, arricchiscono la potenzialità spaziale della casa.
L’intervento, si è proposto di riorganizzare totalmente la casa dal punto di vista funzionale, assicurando, ad ognuno degli abitanti, il suo spazio e una dotazione di ripostigli adeguata, e non ultima, la realizzazione di due bagni, il tutto, secondo una logica spaziale che sovverte quella precedente, tutta tesa alla chiusura in stanze, ricercando invece la massima continuità dello spazio.   
L’intervento è chiaro e inequivocabile: la casa viene interamente svuotata, per quanto possibile, del suo contenuto di rigide partizioni interne; eliminate le separazioni nette tra le funzioni abitative.    Liberato l’involucro, esso, recupera la sua unità e continuità spaziale, venendo ricolonizzato e riabitato da un unico oggetto-mobile dall’andamento lineare, dal carattere spiccatamente temporaneo che segue una logica vicina all’installazione, e che, risolve, con esiti marcatamente plastici, il suo densissimo e concentrato contenuto di funzioni.
L’oggetto, concentrando in sé tutti gli spazi di servizio all’abitazione, consente di mantenere libero tutto lo spazio rimanente che recupera la massima continuità, distinguendo i diversi ambiti funzionali attraverso partizioni mobili e temporanee.
Questo nuovo oggetto plastico e funzionale dominante lo spazio, apporta un cambio di stato graduale tra i diversi ambiti, di volta in volta separa, consentendo, nel lasciarsi attraversare, il collegamento e il disimpegno di ambiti funzionali diversi, così come, talvolta unisce. 
Sovvertendo la logica che governa le abitazioni tradizionali, che vuole, relegati e nascosti gli spazi di servizio, questo oggetto multiforme, evidenzia e materializza plasticamente proprio questi spazi, cristallizza e concentra in una materia diversa, quella del legno, tutta la nuova dotazione di servizi e spazi accessori della casa, ripostigli, soppalchi e scale, che si aggregano e si conformano plasmandosi  secondo una logica diversa, che nasce proprio dall’interno, producendo, dilatazioni e deformazioni del suo involucro, nelle tre direzioni, in funzione del suo contenuto, mostrando all’esterno il suo organico geometrico pulsare. 
L’oggetto, più basso del suo involucro contenitore, mantiene intatta e distinta la sua identità nel suo attraversare interamente la casa fino ad affacciarsi all’esterno, introducendo una nuova direzione che, svincolata dalle giaciture preesistenti della casa, dinamizza la composizione accelerando le prospettive interne, verso le libere visuali esterne. 
L’oggetto, si conclude con due testate plastiche, divenendo letto oppure locali tecnici nel suo affacciarsi all’esterno.