PROGETTISTI: DELISABATINI architetti
ANNO: 2011
DESCRIZIONE: International Ideas Competition for Busan Opera House
LOCATION: BUSAN (SOUTH KOREA)
COMMITTENTE: Città di Busan (Public)
COLLABORATORI: Arch. V. Pizzuto, F. Coppola, F. Ominetti
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PUBBLICAZIONI:
Busan è una città con una presenza forte di elementi naturali, mare, fiumi e vicine montagne che la costringono verso la costa; il suo paesaggio urbano è in rapido e imminente mutamento e a breve tempo vedrà stravolta la forma e la percezione della attuale città. La nuova addizione urbana ma anche orografica già sta mutando definitivamente il profilo della baia e la linea della sua costa.
L’isola artificiale, dalla forma indefinitamente amebica, sulla quale sorgerà l’opera house, è un suolo artificiale in piano che colma un tratto di mare della baia, variandone il profilo; attorno ad essa si distende la corona del paesaggio naturale di ripidi pendii e dei futuri svettanti grattacieli, che costituiranno il nuovo waterfront della città.
Frutto dell’operosità dell’uomo e non della tettonica terrestre, è un suolo senza storia che attende di essere colonizzato.
L’idea
L’intervento si inserisce in questo contesto, addensando tutta la notevole mole edilizia, entro una figura geometrica netta e riconoscibile, un rettangolo di 198x79 m orientato ortogonalmente alla direzione del principale ponte di accesso all’isola e proteso verso il mare, sino a lambirne le acque con una gradonata; rigoroso, concepito per fasce funzionali e strutturali parallele, è scandito dal ritmo alternato del passo strutturale, dei setti cavi, muri abitati, che condensano al loro interno tutte le funzioni minori e di servizio, corpi scale e ascensori, lasciando libere per le funzioni maggiori le interposte fasce di maggiore ampiezza.
Questo sistema spaziale organizzato per fasce parallele, ha la sua genesi nella sezione quale strumento spaziale fondativo.
La suggestione trasmessa dagli spaccati che rappresentavano gli antichi teatri, come quello magnifico dell’Opera di Parigi, che mostra la sorprendente ricchezza spaziale dell’edificio, nell’alternanza e nella successione di enormi spazi rappresentativi e di piccoli spazi di passaggio, nei loro reali rapporti proporzionali, illeggibili nella visione soggettiva normale, disvelandoci inoltre, i più nascosti e segreti recessi, si rivela, trasposta, nel progetto per Busan, dove il concepimento attraverso la sezione è evidente. Il sistema del monumentale spazio dello scalone parigino compreso tra la sala e il foyer, che obbliga il pubblico a girare attorno, viene nel nostro progetto riletto nel complesso sistema atrio/vestibolo/foyer che si organizza e prende forma attorno alla spaccatura, al taglio dell’ingresso.
Essendo il nostro un progetto che nasce in sezione, questa rappresentazione, ancor meglio delle piante, descrive la successione degli spazi nei loro rapporti proporzionali evidenziandone costrizioni e strettoie, nell’alternanza piccolo/grande, costretto/vasto, che esplode in episodi spaziali di grande respiro.
La sezione evidenzia anche quel mondo parallelo e celato al visitatore costituito da quella moltitudine di spazi tecnici strutturali e di servizio, che affiancano gli spazi rappresentativi e che caratterizzano un organismo di tale complessità anche funzionale.
Il grande oggetto dell’Opera House si pone come un elemento isolato, svettante nel paesaggio orizzontale dell’acqua della baia, legato all’isola, al nuovo suolo, dalla estensione del suo chiaro principio generatore geometrico (le fasce dal passo variabile dell’edificio organizzano anche la sistemazione esterna); è un oggetto a sé stante che si distingue nel nuovo paesaggio urbano, stagliandosi con il suo profilo sull’orizzonte dei grattacieli nuovi e delle montagne retrostanti, come una mole solida stereometrica e monoscalare nella quale spicca, anche a grande distanza, un segno forte, il taglio inferto dalla fessura alla grande massa edilizia.
L’accesso principale all’opera house si individua nella vistosa spaccatura lungo il fianco che affonda nella massa dell’edificio in tutta la sua estensione; essa è allineata al secondo ponte di accesso all’isola, ritrovando un legame con l’intorno.
Il progetto
L’ingresso avviene non in testata ma sul fianco dell’edificio che guarda la città, in una zona compresa tra i due teatri, attraverso una stretta fessura che attraversa totalmente la mole edilizia, chiusa tra altissime e strapiombanti pareti, inquadra il cielo e il mare, e si apre lateralmente nell’attraversamento alla vista dei due grandi spazi prospicienti e contrapposti dell’atrio/foyer e del vestibolo delle scale.
Lì dove il consueto setto cavo strutturale, sottratto, si mostra come una mancanza, un vuoto nel luogo del pieno, lì dove il ritmo dell’edificio prevederebbe l’addensamento strutturale e funzionale. Ecco, proprio in corrispondenza di questo attraversamento, di questo taglio netto, si organizza il meccanismo spaziale che lega attorno ad un vuoto due tra gli spazi più grandi e rappresentativi dell’intero progetto, il vestibolo (la grande scala) e il foyer.
Il visitatore, filtrando dall’esterno all’interno attraverso una bassa asola, sotto l’incombente parete superiore, scopre il colossale e sorprendente spazio unitario del vestibolo, all’interno del quale, i percorsi si inerpicano risalendo lungo la parete e attraversano il vuoto in vertiginose prospettive in direzione del prospiciente foyer; anch’esso, all’interno di un unico grande spazio a tutta altezza, unisce, separati, a livelli diversi, i tre piani del foyer, che spazialmente si compenetrano, e il piano terra che costituisce atrio e foyer del teatro piccolo, intrecciando viste diagonali.
Questi due spazi sono animati dal fluire del pubblico che si muove in ogni direzione, spostandosi dalla sala ai foyer attraversando in quota la fessura. Gli scorci visuali sono innumerevoli e inaspettati.
Il taglio costituisce una interruzione fisica ma non spaziale del sistema, che non appare diviso in due parti, divenendo questa fetta di esterno parte integrante della spazialità interna. Esso è inoltre un luogo di intensa tensione, uno “spazio tra”, compreso e compresso tra le due grandi masse edilizie che si sfiorano.
Questo taglio distingue le due tipologie teatrali, l’impianto spaziale storico del grande teatro lirico e lo spazio flessibile, dalle svariate possibilità sperimentali, del teatro gemino; inseriti tuttavia, entrambi, nel medesimo impianto dal disegno unitario.
Il vestibolo
E’ un colossale spazio unitario e assoluto, alto tredici piani e largo quanto l’intero edificio, accessibile dal basso attraverso una bassa asola continua sopra la quale incombe la parete a tutta altezza. Inondato da una luce zenitale, si apre al visitatore nella sua soverchiante altezza mostrando l’enorme parete frontale, così estesa da risultare non percepibile nella sua interezza, secondo una visione centrale, obbligando ad una visione di scorcio accelerato. Su questa parete, si addossa, la grande scalinata solida che conduce alla platea della sala. In alto, il potente segno plastico della scala si arrampica, risalendo verso la luce, la parete. Tutto chiuso tra altissime vibranti superfici murarie, è uno spazio interamente aperto al cielo, dalle proporzioni grandiose, quasi bidimensionali, dominato da una vertiginosa verticalità; è impreziosito dagli inserti traslucidi e altamente decorativi delle pareti in alabastro che riportano la successione dei piani e alludono alle dimensioni della grande sala del teatro, che tuttavia rimane ancora del tutto celata.
Una scala solida comoda, sul lato corto, consente l’accesso separato alla sala conferenze.
Il grande vuoto, le vertiginose visioni che genera, le scale che lo attraversano, conducono il visitatore entro uno spazio denso di tensione.
La rilevanza spaziale di questa scala, che costituisce indubbiamente lo spazio più impressionante del progetto, trova le sue radici, nell’evoluzione che nel corso del settecento e ottocento porta, nei grandi teatri d’opera, la scala ad assumere un ruolo sempre più rilevante e rappresentativo, fino a raggiungere dimensioni superiori alla stessa sala del teatro. Perdendo la primitiva posizione defilata, guadagnando posizioni centrali e assiali, con altezze davvero monumentali, diviene il luogo che meglio rappresenta il carattere auto celebrativo e rituale della societa dell’epoca che, con l’aggiunta di tutti quegli spazi e sale di rappresentanza dedicate al pubblico, inscena qui i propri rituali sociali.
Foyer
All’interno del grande spazio coesistono, sovrapposti su livelli diversi, i foyer dei due teatri, uniti da visuali e scorci comuni, ma funzionalmente indipendenti.
Il foyer dell’opera si sviluppa su i tre livelli sfalsati superiori, tra loro collegati da una comoda scala aerea a doppia rampa, tutti affacciati sul medesimo spazio, accessibili dalla sala attraversando, con scale e passerelle, il grande vuoto del vestibolo delle scale e il taglio della fessura.
Al piano terra, sotto il foyer dell’opera, l’atrio/foyer del teatro gemino è caratterizzato dai tre grandi piedi, solidi cavi, che ospitano le funzioni di biglietteria e bar.
La copertura è un grande lastrone cavo, attraversato da tre bucature strombate, lucernari, che richiude il volume in alto; mantenendosi staccata di un piano dalla stecca dei servizi, consente l’apertura di una bucatura per la luce lungo l’intera parete.
La sala
La grande sala, celata nella massa dell’edificio, si mostra inaspettata allo spettatore che vi giunge attraverso l’esperienza spiazzante del grande vestibolo e dei successivi spazi compressi che seguono; non immediatamente svelata nella sua forma all’esterno, come avviene in molti esempi recenti, è un grande spazio vuoto leggibile solo dal suo suggestivo interno.
La sala del teatro dell’opera riproduce, per dimensioni e forma, con il caratteristico e riconoscibile ferro di cavallo, il più antico e grande dei teatri all’italiana ancora in funzione, il San Carlo di Napoli.
Inutile ricordare che questo segno distintivo, che contraddistingue gli antichi teatri all’italiana, nelle loro diverse varianti sul tema, appartiene ormai indissolubilmente alla memoria genetica di questa forma di spettacolo, che proprio in Italia ha avuto la sua genesi e ha raggiunto la massima espressione.
È stato scelto di riprodurre il sistema storico dei palchi, tutti disposti su sei piani più una galleria, attorno al grande vuoto della sala, e con esso la indimenticabile suggestione percettiva, spaziale e acustica che questa tipologia produce nello spettatore.
Questa tipologia rispetto all’attuale sistema in uso nelle sale teatrali di gallerie sovrapposte e unidirezionate, esprime una spazialità dal carattere più urbano, dove attorno al grande vuoto, unitario, come attorno una piazza, si affaccia la rappresentazione della città e del pubblico che diventa esso stesso parte dello spettacolo.
Anticamente i palchi erano di proprietà delle importanti famiglie, che li arredavano secondo il proprio gusto, usando trascorrere il tempo dello spettacolo in piena comodità anche mangiando, come in un salotto privato affacciato sullo spettacolo. Invece, la platea, priva di posti a sedere ospitava il popolo e le classi meno abbienti che assistevano allo spettacolo in piedi.
Oggi, di quel mondo scomparso, resta la qualità e il fascino emanato da questo sistema spaziale.
La grande sala, celata nella massa dell’edificio, si mostra inaspettata allo spettatore che vi giunge atraverso l’esperienza spiazzante del grande vestibolo e dei successivi spazi compressi che seguono; non immediatamente svelata nella sua forma all’esterno, come avviene in molti esempi recenti, è un grande spazio vuoto leggibile solo dal suo suggestivo interno.
La sala ha una capienza massima di 2376 posti con la buca orchestrale nella massima estensione, suddivisi in 736 posti in platea e 1640 nei sei ordini di palchi e nella galleria o loggione. La sala offre la possibilità di ridurre e adattare la buca orchestrale secondo le diverse esigenze, montando o smontando le prime file di posti, stivabili sotto la buca orchestrale; riducendo la buca orchestrale la sala incrementa ulteriormente la capienza.
Come sempre, qualora l’orchestra sia posizionata sul palcoscenico, all’esterno del golfo mistico, esigenze acustiche impongono l’uso della consueta conchiglia acustica, che impedisce la dispersione sonora verso gli spazi vasti della torre scenica.
Il rapido deflusso degli spettatori è garantito dai quattro accessi alla platea e dai corridoi anulari di servizio ai palchi. Ascensori garantiscono il collegamento immediato di tutti i piani anche per i disabili.
I bagni, ad ogni piano, sono in grado di smaltire in tempi brevi le necessità degli spettatori.
Dimensioni della sala: lunghezza 31m, larghezza 24m, con boccascena di 20m.
La sala è inclusa in un rettangolo che calibra la rispettiva fascia.
Palcoscenico e torre scenica
Il meccanismo scenico è poderoso, il palcoscenico, dotato dell’enorme spazio della torre scenica alta 48m sopra il palco, con due piani di graticcio e ballatoi, con la relativa fossa scenica (sottopalco) di 24m, una costruzione ipogea che raggiunge quota 17m e ampi retropalco, si pone come uno dei maggiori complessi al mondo.
Il sistema dei carri compensatori del tipo già montato al Teatro alla Scala, le gru a cavalletto di servizio ai lati del palcoscenico, la connessione diretta con il contiguo laboratorio nel quale si realizzano le scenografie, offre enormi possibilità sceniche anche per allestimenti delle opere più monumentali.
Grandi aree di deposito interessano tutta l’area sottostante a questo settore.
In corrispondenza della buca orchestrale, una profonda fossa affiancata al sottopalco consente di stivare le file di poltrone che vengono montate o rimosse in funzione delle diverse esigenze sceniche e orchestrali, nella doppia possibilità di massima o ridotta estensione del golfo mistico. La buca orchestrale è direttamente connessa con percorsi di servizio alle sale prova e camerini sovrastanti il palcoscenico, ai lati della torre.
Tutti gli spazi connessi con il palcoscenico, mediante percorsi in quota si collegano alle diverse stecche dei servizi e i corpi scala che servono capillarmente l’edificio.
Nel settore del palcoscenico, al di sotto di questo sono situati gli accessi dello staff; corpi scala e ascensori collegano le quote alte delle stecche dei servizi dove sono alloggiati cameroni, camerini, uffici mensa e tutta la grande quantità di funzioni di questa complessa macchina teatrale.
Attorno al volume cavo della torre scenica, si addensano su più livelli le stecche dei servizi, camerini, cameroni, uffici di vario tipo, e impilate sui due fianchi anche le quattro grandi sale prova (generale, coro, orchestra balletto), raggiungendo alla sommità la massima altezza dell’edificio.
Trucco, parrucco, sala costumi, mensa etc, sono impilate e servite, tra le stecche, a fianco del retropalco.
Tutti questi servizi che assicurano il funzionamento della macchina teatrale sono immediatamente a ridosso del palcoscenico e con esso rapidamente comunicanti.
L’indicazione di evitare scavi è stata per quanto possibile seguita, compatibilmente con le esigenze del grandioso meccanismo scenico proposto.
Teatro gemino: Sala gemina
Questo teatro occupa l’intera fascia, larga 21 m, compresa tra il museo e il volume dei foyer.
Per ottenere la massima flessibilità, si è scelto di unire i due teatri minori; il grande spazio ottenuto è estremamente versatile: può ospitare dai concerti al teatro sperimentale. Può funzionare come due teatri separati e distinti con capienze diverse e variabili (1233 e 493 posti) oppure come un unico luogo di spettacolo (1726 posti) ma con molte possibilità di allestimento.
La torre scenica, in posizione intermedia e decentrata, serve alle esigenze del palcoscenico nella posizione che prevede le due sale con le capienze richieste.
Il sistema meccanico che consente la movimentazione verticale del pavimento, del palcoscenico e delle platee, secondo fasce parallele di 90 cm, telescopiche, con la possibilità di smontare le poltrone, consente di ottenere ogni configurazione altimetrica, dalle due sale con platee inclinate che si fronteggiano, alla sala unita con due platee inclinate che si fronteggiano con al centro il palcoscenico, oppure una sola platea con palcoscenico ampliato, secondo le più svariate esigenze teatrali, sino alla possibilità di aprirsi direttamente sul paesaggio marino, con l’apertura del fondo della sala. È possibile anche la regolazione su un unico piano o secondo un andamento variabile, anche sinusoidale o per blocchi più alti e più bassi, qualora richiesto dalle esigenze teatrali, con diverse possibilità di posizionamento del pubblico: tradizionale, laterale, contrapposto, al centro, ai bordi, in fasce, itinerante.
Nel settore del teatro per 1233 posti, un ballatoio anulare caratterizza la sala.
Sotto il teatro sono posizionati i depositi e i locali tecnici che alloggiano i dispositivi di movimentazione della platea; nello spesso pacchetto di copertura, su due piani, sono disposti tutti i necessari locali tecnici, impianti, depositi e spazi prova.
Ristorante di lusso
E’ posizionato sopra il teatro gemino, in corrispondenza della torre scenica e dispone del grande spazio panoramico all’aperto costituito dalla terrazza di copertura del teatro; il ristorante è accessibile dall’atrio foyer, ma direttamente anche da un corpo scala e ascensori indipendenti.
Distribuito su due livelli con doppia altezza, è accessibile dal piano superiore, dove è allestito il bar, una scala conduce al livello inferiore, quello tutto aperto al livello della terrazza che ospita la sala più esclusiva. Cucina e servizi sono entro la stecca dei servizi.
Uffici
Tutti gli uffici sono concentrati su più piani all’interno delle stecche dei servizi, in prossimità della grande torre scenica, distinti tra quelli direttivi generali, quelli dedicati alle compagnie e produzioni itineranti, del grande vestibolo delle scale,
Corpi scala
Il sistema dei corpi scala di servizio, posizionati nelle stecche dense dei servizi, dotati di scale e ascensori e cavedi tecnici, e all’occorrenza variabili per ospitare ulteriori montacarichi necessari alle diverse funzioni che intercettano, ripete sempre la stessa tipologia con lievi varianti.
Ogni spazio del grande complesso dell’Opera House è raggiungibile anche dai disabili, per mezzo di ascensori che collegano tutti i livelli.
Rispetto alle richieste del bando alcune funzioni importanti sono state aggiunte per rendere l’organismo funzionalmente più efficiente ed efficace.
Il laboratorio
E’ un vasto spazio a tutta altezza (79x18x20m) illuminato dall’alto, dotato del rispettivo deposito materiali, luogo di lavoro dove vengono realizzate le scenografie; è generalmente dislocato, nei maggiori teatri del mondo, a distanza, per ovvi motivi di mancanza di spazio; in questo caso è immediatamente connesso con il retropalco garantendo grande economia di gestione e concentrazione delle funzioni. L’accesso è separato per i grandi mezzi che possono accedere direttamente, nell’esteso deposito sottostante il laboratorio, posizionato al piano terreno.
Il museo
Completa il carattere istituzionale e culturale del teatro, è una funzione importante presente nei maggiori e più prestigiosi teatri del mondo.
Costituisce la testata monumentale del sistema che si affaccia sull’acqua, sulla quale si riflette; raccoglie ed espone tutto il materiale anche storico, dai piccoli oggetti a elementi scenici monumentali, come bozzetti, libretti, spartiti storici autografi, costumi, oggetti, gioielli, fondali e sipari dipinti antichi etc.
Esso è caratterizzato da un grande spazio a tutta altezza che attraversa l’intera larghezza dell’edificio, dalla caratteristica sezione ad L, inclinato sia in pianta che in sezione, genera uno spazio compresso che espelle e indirizza le visuali nelle due direzioni, verso il cielo e verso il panorama del mare, sul quale si apre interamente.
Questo spazio è inondato dalla luce zenitale che piove dall’alto e da quella che si riflette direttamente, dalla superficie del mare, attraverso il portico in corrispondenza della scalinata, al disotto delle gallerie a doppia altezza.
Il grande vuoto centrale, alto 31m, consente l’esposizione di grandi oggetti ed elementi monumentali apprezzabili dalla vista ravvicinata delle gallerie di facciata.
La scalinata che lo collega direttamente al livello del mare, lambendone le acque, è un luogo della città dove sostare all’ombra del portico di facciata.
Il museo, direttamente connesso all’atrio, può essere accessibile separatamente; la visita può procedere mediante l’uso dell’ascensore, dall’alto verso il basso, attraverso un percorso ad anello attorno al grande vuoto centrale, passando alternativamente dall’infilata dei piccoli ambienti espositivi alle più alte gallerie a doppia altezza, attraverso una scala dalla ridotta pendenza.